Nei primi anni ’50 il signor Luigi Magnani lavorava in una barbieria sul lungomare a nord di Riccione. A quell’epoca iniziavano a soggiornare nella riviera romagnola i primi stranieri i quali, non solo godevano dell’offerta alberghiera riccionese, ma in mente avevano anche un’idea nuova di turismo: la tenda. Per quei turisti tedeschi, francesi e inglesi, installare le loro tende lungo la nostra spiaggia rappresentava una forma di villeggiatura a stretto contatto con la natura, a basso costo e che consentiva di non sottostare agli orari e ai ritmi che caratterizzavano le tradizionali strutture alberghiere. Campeggiare significava anche un modo più semplice, senza pareti che delimitassero gli spazi, per conoscere e relazionarsi ad altre persone.
Il proliferare di tende prima e di roulotte poi, diedero a Luigi l’idea di offrire un servizio più organizzato a tutti coloro che venivano a Riccione con queste aspettative. Fu così che nell’aprile del 1954, nei terreni a sud di Riccione di proprietà del Commendator Ceschina, nacque l’International Camping Fontanelle.
In realtà non fu così semplice per Luigi mettere in atto quell’intuizione imprenditoriale. Innanzitutto, non essendoci altre forme simili di business, il comune faticava nel riuscire a collocarlo all’interno delle classiche tipologie di esercizi turistici e dunque, per ottenere una licenza, Luigi dovette andare fino a Roma, dove la ottenne per “sfinimento”; inoltre, anche le banche non volevano fargli credito. Tutti pensavano che fosse “un pazzo” nel voler avventurarsi in tale impresa, ma la tenacia ugualmente non lo abbandonò.
Poiché nel dopoguerra le risorse scarseggiavano, la gestione del campeggio coinvolse tutta la famiglia: la moglie Adele, dapprima molto titubante ma poi rivelatasi fondamentale e i laboriosi figli. Tutti insieme piantarono più di duemila pioppi, ancora un vero polmone verde per la città. Il boom economico di quegli anni fece poi il resto.
Oggi sono passati più di cinquanta anni, Luigi e Adele non ci sono più, ma quel intuito vincente, precursore dell’attuale turismo “open air”, continua a vivere tuttora nei loro figli e nipoti.